Description des produits
A partire dalla fine del 2006 si è creato un legame tra la città emiliana di Modena e il suggestivo paese lucano di Latronico. A Modena si è sviluppato Il Filet ad Ago – Farfilé come è stato chiamato – che si ispira, per tecnica e disegni, a due lavorazioni: il leggero e raffinato pizzo Puntino ad ago di Latronico e il filet tradizionale. Come tutti i merletti ad ago, la tecnica del Puntino di Latronico si basa su un nodo. In giri di andata e ritorno, mediante nodi, si formano gli archetti che costruiscono una rete. La regolarità degli archetti si ottiene utilizzando un ferretto che è un vero e proprio elemento caratterizzante. Sempre mediante un nodo si forma il pippiolino con cui si realizzano i riempimenti che, in alternanza di vuoti e pieni, costruiscono il disegno. Partendo da questa base è venuto naturale il voler rendere il lavoro meno ripetitivo, affrancandolo dalla linearità con cui, ormai molti anni fa, l’avevo appreso. Ho sperimentato nuove tecniche fino ad arrivare a realizzare dei manufatti che vanno assumendo caratteristiche che si avvicinano sempre più a quelle del filet tradizionale. Da questa esperienza ecco il titolo: Il Filet ad Ago, un filet, appunto, che si esegue con l’ago. Le due tecniche – il puntino e il filet tradizionale – sono in qualche modo molto vicine. Uguale è l’esecuzione del nodo, della rete e del pippiolino. La differenza è nell’uso dei materiali e nella direzione del lavoro. Rimando, per esempi, alla versione italiana di un importante testo di Thérèse de Dillmont, Enciclopedia dei lavori femminili. Il libro, tradotto in molte lingue, costituisce ancora uno dei documenti basilari per ogni appassionata. Negli esempi, possiamo riconoscere le caratteristiche di base del puntino: ecco l’esecuzione del nodo con il modano, ecco i pippiolini – le « mosche » – che formano i riempimenti della rete. Il Filet ad Ago nasce dunque dall’unione di due tecniche ed assume in sé i vantaggi di entrambe: il puntino si arricchisce di nuove forme e motivi, il filet diventa più »pratico » da lavorare per la semplicità dei materiali e per i motivi decorativi che si possono eseguire durante la lavorazione della rete stessa. Tuttavia, pur racchiudendo in sé le due tecniche, il lavoro va assumendo sempre di più caratteristiche e indentità proprie grazie all’introduzione di nuove modalità di esecuzione. Ricordiamo, per esempio, il sistema degli agganci che consente di creare diversi tipi di angoli, oltre che forme sempre diverse e articolate, o i pippiolini e le reti che differenziano i motivi negli elementi costituitivi. Un nuovo filet dunque, più versatile e multiforme, con cui si possono realizzare pezzi unici, nuovi ed originali e che sa prestarsi a molteplici interpretazioni per adattarsi alle più diverse esigenze pratiche e creative. Nato come evoluzione del puntino, sa essere in alcuni casi vero e proprio filet e in altri casi ancora sa farsi più attuale e moderno per le forme morbide e ornate che pure possiamo costruire. L’idea di questa pubblicazione nasce proprio dal desiderio di dimostrare questa nuova vitalità pur essendo consapevole del fatto che niente può sostituire, nel rapporto diretto, la dimostrazione degli innumerevoli movimenti che le dita compiono nell’esecuzione di un punto.
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